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La Mettrie -- Rimpatrio fallito

A proposito dell'edizione Fayard delle Opere filosofiche di La Mettrie

di Bernd A. Laska
(1989)


La Mettrie - Missglückte Repatriierung.
Zu Fayards Edition von La Mettries Œuvres philosophiques

Julien Offray de la Mettrie (1709-1751) occupa un posto particolare tra i filosofi francesi, il che si riflette egualmente nella storia dell'edizione delle sue opere. Si può considerare come normale per l'epoca che i suoi scritti sono stati pubblicati quasi sempre fuori dalla Francia, in Olanda ed in Prussia. La Mettrie divenne un caso particolare perché non fu soltanto perseguitato dalle potenze dell'antico regime ma perché gli altri filosofi, con un raro accordo comune, lo trascurarono attraverso il silenzio ed il disprezzo. Così la Mettrie divenne presto una non-persona e poi un dimenticato, malgrado numerose edizioni delle sue opere anche durante il XVIII secolo.

La Mettrie, che morì durante il suo esilio prussiano alla corte di Federico II, non è tornato nel suo paese sino ad oggi. In Francia non è ancora stato veramente riconosciuto in quanto filosofo. Tuttavia, nel suo paese d'esilio è stato riscoperto in due periodi. Nel 1866, Friedrich Albert Lange vide in lui "uno dei nomi più oltraggiati della storia della letteratura", che egli tentò di riabilitare nella sua famosa Storia del Materialismo. Gli sforzi di Lange risultarono alla fine vani, probabilmente perché non aveva esplorato a sufficienza le ragioni del disprezzo che i filosofi mostravano per La Mettrie. Soltanto Panajotis Kondylis intraprese a descrivere queste ragioni con maggior precisione, nel suo grande studio del 1981 sulla filosofia dei Lumi europea, e La Mettrie ridiventa una figura interessante soltanto a partire da questo momento (confrontate con Kondylis -- ispiratore di LSR malgrado lui), almeno qui, in Germania, i suoi scritti più importanti furono pubblicati in versione tedesca.

Quando la rinomata casa editrice parigina Fayard annunciò alcuni anni fa (a metà degli anni 80), di voler ripubblicare le opere filosofiche di La Mettrie (per la prima volta dal XVIII secolo) all'interno del suo Corpus des œuvres de philosophie en langue française, progetto editoriale del secolo sotto la direzione di Michel Serres che si appoggia su più di 600 opere, questo avrebbe potuto essere un segno per il rimpatrio del filosofo atteso da così tanto tempo. Tuttavia, i volumi presentati deludono profondamente una tale attesa e mostrano piuttosto che La Mettrie non ancora conosciuto in Francia e che lo si è introdotto nel Corpus soltanto in modo consuetudinario.

Infatti, non si può immaginare soltanto con grande difficoltà un'edizione delle Opere filosofiche di La Mattrie elaborata con meno competenza. Il tomo I è semplicemente una ristampa dell'edizione del 1751, la sola che apparve quando l'autore era ancora vivo. Questa edizione si caratterizza tuttavia non per un'autenticità più forte, ma al contrario, ma al contrario più debole in rapporto ad altri più tardivi e ciò per una ragione ben particolare. Apparve per ordine del patrono dell'esilio di La Mettrie, Federico II, che lo censurò probabilmente in quanto autore filosofico unico e che represse giustamente la sua opera principale, il Discours sur le bonheur [Discorso sulla felicità].

Francine Markovits, l'editrice che ignora questo fatto, accetta questo Discours (questo "corpus delicti" del filosofo che il re pensatore gettò con le proprie mani sul fuoco, come lo nota -- approvandolo -- Lessing) nei "diversi" del tomo II, ma sfortunatamente nella più breve delle tre versioni giunte sino a noi. Ma questo non basta: per riempire il secondo tomo si serve di uno scritto puramente medico di La Mettrie (che era un medico), il Traité du vertige [Trattato sulla vertigine], e due testi anonimi che non sono assolutamente della mano di La Mettrie: L'homme plus que machine [L'uomo più che macchina] e Venus métaphysique [Venere metafisica]. In compenso, mancano due scritti importanti: Ouvrage de Pénélope ou Machiavel en Médicine (per mancanza di posto) e Le petit homme à longue queue [Il piccolo uomo dalla lunga coda] (senza alcuna spiegazione).

Risultato: la prima riedizione delle Œuvres philosophiques di La Mettrie dopo due secoli non offrono nessun vantaggio in rapporto all'edizione più facilmente reperibile attualmente, una ristampa dell'edizione berlinese del 1774 (Verlag Olms, Hildesheim). Crea piuttosto un'impressione di confusione per l'inclusione di testi estranei e non indicati come tali. Il lettore tedesco ha tuttavia la possibilità di riferirsi ad un'edizione dell'opera che presenta una selezione di testi più importanti, in particolare anche il Discours sur le bonheur, interamente ed ottimamente commentato.


Julien Offray de La Mettrie: « Œuvres philosophiques »
texte établi par Francine Markovits. Paris: Fayard 1987. Col. Corpus des œuvres de philosophie en langue française. T.1, 388p.


traduit par Helmut Hardy / le 5 septembre 2001
Tradotto dal francese all'italiano da Massimo Cardellini / 27 luglio 2009


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